Quando ero piccolo, al mare sulla sabbia, incidevo e componevo forme libere che il vento, il mare o l’uomo cancellavano.
Una forma primordiale di esistenza per scrivere di me.
Ora ripropongo in forma più evoluta quei graffiti e incisioni che rimandano al primitivo che è in ognuno di noi, che scavano dalla mia carne quel mio bambino intimo e vergognoso che si nascondeva.








